lunedì 3 dicembre 2007

Capitolo 1

Una strana sfida

Le porte del grande auditorio municipale della città di Portland, Oregon, furono aperte di buon ora quella sera di novembre del 1947. Alle 6, molte persone erano già da molto tempo in piedi in fila aspettando l'opportunità di entrare e di assicurarsi un buon posto. Quando il custode, all'orario stabilito, fece il suo giro per aprire le porte, egli rimase piuttosto sconcertato di trovare una tale enorme folla che lo aspettava. Era un po' strano, egli osservò, poiché non c'era stata alcuna pubblicità particolare e i servizi religiosi, anche quando erano molto pubblicizzati, come egli ricordava, raramente attiravano abbastanza persone da riempire una frazione dell'auditorio.
Il portiere poté anche notare che le persone non seguivano l'abitudine comune dei servizi di chiesa di riempire prima il centro e i banchi posteriori, ma piuttosto si precipitavano avanti per ottenere i posti più vicini. Ma presto questi finirono e quelli in direzione del retro e nelle balconate furono anche occupati. Una volta ancora, il custode ebbe ragione di prendere nota poiché i pompieri assegnati al normale servizio di osservanza delle ordinanze cittadine concernenti la sicurezza pubblica gli mandarono a dire che l'edificio era pieno ed egli doveva immediatamente chiudere le porte e vedere che nessun altro entrasse.
Forse, c'era più di un aspetto insolito a questo incontro. Ministri provenienti da ranghi di molte denominazioni occuparono una vasta sezione dei posti sul palco. Se tutti quelli che erano nell'auditorio fossero stati contati, essi indubbiamente sarebbero ammontati a parecchie centinaia. Una tale riunione di ministri locali e di fuori città a un servizio di risveglio era un raro evento nella città e, senza dubbio, non è mai stato testimoniato su una tale scala in precedenza. Quale fu l'attrazione che aveva portato assieme questa vasta affluenza di persone? Non era il cantare o la musica speciale poiché, sebbene entrambi furono eccellenti e ispirati, tuttavia era evidente che le persone stavano aspettando con impazienza contenuta che i preliminari fossero conclusi in anticipo, in previsione di quello che doveva seguire. La causa di questa vasta adunanza potrebbe essere esposta in poche parole. Era stato detto nella città che un uomo dal nome di William Branham stava venendo in città e avrebbe parlato nell'auditorio municipale. Riguardo a quest'uomo era stato detto che un Angelo gli era apparso in una visitazione speciale e che doni di guarigione erano stati manifesti nel suo ministerio. Poiché, che lo crediate o no, malgrado la tendenza al pensare materialistico che ha sommerso gli intellettuali e le scuole di insegnamento dei nostri giorni, è evidente che nel profondo del cuore umano lì esiste ed esisterà sempre un vivo desiderio per la potenza del soprannaturale. Gli uomini vivono una vita momentanea e fragile in un mondo marcato ovunque da decadenza, disintegrazione e morte. La teologia materialistica e modernistica, che non ha niente da offrire all'uomo un momento dopo la sua morte, non può soddisfare un innato vivo desiderio dell'anima umana per la sopravvivenza. In un mondo confuso da migliaia di voci contrastanti, ognuna che reclama autorità e che chiede a gran voce un riconoscimento, non è innaturale che un uomo debba desiderare qualche manifestazione visibile della potenza di Dio per confermare ed attestare la genuinità del messaggio di coloro che parlano. Gesù non negò questo fondamentale istinto e desiderio dell'animo umano, poiché Egli dichiarò: "...Io sono il Figlio di Dio. Se Io non faccio le opere di Mio Padre, non Mi credete. Ma se Io le faccio, se non credete a Me, credete alle opere: Che voi possiate conoscere e credere che il Padre è in Me ed Io in Lui" (Giovanni 10:36-38).
I servizi delle prime due sere suscitarono un grande interesse e, adesso, la terza sera, l'edificio era pieno di persone che aspettavano ancora che l'oratore apparisse. Lo scrittore che stava dirigendo questa breve campagna, nel prepararsi ad affidare il servizio all'evangelista, chiese alle persone di stare in piedi e di cantare il coro: "Solo abbi fe', solo abbi fe', tutto è possibile, solo abbi fe'". Mentre la grande adunanza cantava, un piccolo ed esile uomo con un comportamento umile ed un sorriso amichevole entrò, poi venne e stette davanti al pulpito. Il cantare cessò e un silenzio cadde sull'uditorio poiché ascoltò intensamente quando egli cominciò a parlare. Mentre egli procedeva, fu visibile che gli ascoltatori erano impressionati dalla grazia dell'oratore così come dalla sua evidente sincerità e umiltà. L'evangelista, prendendo il soggetto della fede ispirato dal coro che aveva cantato, cominciò il tema del suo messaggio. "Si - disse - tutte le cose sono possibili a colui che crede. Non c'è niente che può resistere davanti alla fede in Dio e se le persone qui stasera crederanno a Dio con me, noi vedremo che Dio onorerà quella fede e la confermerà davanti agli occhi di questa intera adunanza". Mentre l'uditorio ascoltava con forte attenzione l'esile e piccola figura sul palco, forse solo uno anticipò l'impressionante dramma che stava per svilupparsi. Certamente il direttore non ebbe un tale intuito e l'interruzione che stava per avvenire non poteva non essere più sgradita. Poiché, improvvisamente, la nostra attenzione fu diretta su un uomo in fondo all'edificio che stava facendo rapidi passi, chiaramente nella direzione del palco. Dapprima supponemmo che qualche urgenza era sorta: forse qualcuno nell'auditorio era svenuto o era seriamente malato. Ma, mentre si avvicinava, noi osservammo con non un po' di sospetto che il suo volto aveva un largo sorriso demoniaco che indicava che l'uomo era demente o completamente folle e ovviamente era scappato da coloro che lo avevano in affidamento. Noi apprendemmo più tardi quello che davvero sarebbe stato più sconvolgente, avremmo dovuto sapere a quel tempo, che l'uomo non era folle in quanto egli non sapeva quello che stava facendo ma era un personaggio tristemente noto e perverso che era in precedenza sfuggito alla legge e che aveva disturbato e sciolto dei servizi religiosi. Le condanne in prigione non gli avevano dato una lezione e, adesso, vedendo la sua opportunità di causare una grande agitazione e di nuovo sciogliere un servizio, egli era venuto avanti con questo intento.
Sui gradini, egli avanzò senza fermarsi. Adesso, egli era sul palco, assumendo un atteggiamento minaccioso che in questo momento stava attirando l'attenzione dell'intera assemblea. Due poliziotti robusti che stavano nei corridoi si accorsero del turbamento e stavano quasi per venire avanti e mettere le mani su questo disturbatore, ma noi potemmo vedere che da questo ne sarebbe derivata una rissa e l'eccitazione creata poteva sicuramente rovinare il servizio. Inoltre, l'evangelista aveva chiaramente messo se stesso in difficoltà poiché aveva appena dichiarato che tutte le cose erano possibili a colui che credeva e che Dio avrebbe sempre sostenuto i Suoi servitori che ripongono la loro fede in Lui. Infatti, l'incontro aveva raggiunto un tale alto grado di aspettazione che questo appoggio degli ufficiali della legge, sebbene fosse completamente giustificabile nel presente caso, non sembrò essere l'ordine divino. Noi non sapemmo fare nient'altro che rapidamente far cenno agli ufficiali di allontanarsi e richiamare l'attenzione dell'evangelista su quello che stava avendo luogo. Ma, egli stesso era già consapevole che qualcosa non andava. Parlando dolcemente all'uditorio e domandando alle persone di unirsi con lui in una preghiera silenziosa, egli si girò per andare incontro alla strana sfida di questo cattivo avversario.
Come egli fece così, l'uomo, con un malvagio barlume sul suo volto che ricordava una di quelle orrende smorfie che i pagani imprimono sulle facce dei loro idoli, cominciò sfacciatamente ad accusare e a maledire l'oratore. "Tu sei del diavolo e inganni le persone - egli gridò - un impostore, un serpente nell'erba, un truffatore ed io sto per mostrare a queste persone quello che tu sei!". Era una sfida audace e ognuno nell'auditorio riuscì a vedere che non era una vana minaccia. Mentre l'intruso continuava a insultare l'evangelista fischiando e sputando, egli fece cenno di portare le sue minacce ad effetto. All'uditorio sembrò essere un cattivo momento per la piccola figura sul palco e molti di loro devono essersi sentiti estremamente dispiaciuti per lui. Gli ufficiali cercarono di nuovo di venire in suo aiuto, ma furono allontanati e, adesso, nel rifiutare la loro assistenza, l'oratore aveva deliberatamente accettato la sfida di questo perverso avversario la cui stazza e ferocia aveva convinto l'uditorio che egli era ben in grado di portare a termine ciò di cui si vantava. Senza dubbio, i critici che si erano infilati nell'auditorio per curiosità si aspettavano una rapida e penosa conclusione all'inaspettato dramma che stava adesso giungendo ad un punto culminante. Certamente essi riuscirono a vedere che non c'era alcuno spazio per un imbroglio. L'uomo sul palco avrebbe dovuto avere la meglio o prenderne le conseguenze.
Nel momento di suspense che seguì non si poté fare a meno di ricordarsi della storia della sfida di molto tempo fa, quando il rigoroso Golia maledì il piccolo Davide nel nome dei suoi dii e si vantò che egli lo avrebbe fatto a brandelli. L'assemblea allarmata, come le schiere d'Israele dovevano esserlo state nel loro tempo, guardava la scena con stupore e meraviglia, conoscendo difficilmente quello che l'aspettava dopo, ma temendo il peggio. La riunione dei ministri sul palco riesaminò la situazione con non poca costernazione, sapendo che, a meno che Dio non avesse fatto una cosa veramente insolita e sostenuto l'oratore in una maniera soprannaturale, il malvagio intruso, che nel passato aveva con successo sciolto dei servizi religiosi, adesso lo avrebbe fatto ancora. Alcuni furono molto disturbati che ai poliziotti non era stato permesso di prendersi cura della situazione e credettero che questo errore di giudizio avrebbe permesso a quest' uomo posseduto dal diavolo non solo di rovinare l'incontro e così portare discredito sulla causa di Cristo, ma anche poteva effettivamente risultarne un danno fisico per l'oratore.
I secondi passarono, tuttavia senza che l'atteso punto culminante accadesse. Al momento, sembrava come se qualcosa stesse impedendo allo sfidante di eseguire i suoi cattivi disegni. Per qualche ragione, egli non stava proseguendo con l'esecuzione delle sue minacce di violenza fisica, ma si stava piuttosto accontentando di fischiare e di sputare e di lanciare le più terribili imprecazioni. Dolcemente, ma in modo determinato, la voce dell'evangelista adesso poté essere ascoltata nello sgridare la cattiva potenza che dominava l'uomo. Le sue parole, dette così dolcemente che esse poterono essere ascoltate solo a breve distanza, furono: "Satana, poiché tu hai sfidato il servitore di Dio davanti a questa assemblea, tu devi piegarti davanti a me. Nel Nome di Gesù Cristo, tu cadrai ai miei piedi". Le parole furono ripetute parecchie volte. Lo sfidante cessò di parlare e fu evidente che era adesso lui che stava penando sotto il peso di una tensione. Forti quanto lui erano le forze cattive che lo dominavano, rafforzate da ogni cattivo spirito nell'edificio, chiaramente esse stavano gradualmente cedendo a un'altra Potenza che era più grande di esse, una Potenza che rispondeva alla voce del Nome di Gesù! Presto fu evidente che l'uomo si rese conto che era sconfitto, ma niente poté fare che ovviamente potesse capovolgere la situazione. Una tesa battaglia di forze spirituali adesso chiamò ogni piccola forza che egli aveva in lui. Gocce di sudore apparvero sul suo volto mentre egli metteva un ultimo disperato sforzo per vincere, ma fu tutto senza alcun profitto. All'improvviso, colui che pochi minuti prima aveva così sfacciatamente provocato l'uomo di Dio con le sue paurose minacce e accuse diede un tremendo gemito e cadde a terra lamentandosi in una maniera isterica. Per parecchio tempo, egli rimase lì contorcendosi nella polvere, mentre l'evangelista tranquillamente proseguì con il servizio come se niente fosse accaduto.
È superfluo dire che la grande adunanza fu intimorita dalla scena che era accaduta davanti a loro, in cui Dio così notevolmente aveva difeso il Suo servitore e forti lodi a Dio riempirono lo spazioso auditorio. Anche i poliziotti sbigottirono per quello di cui essi erano stati spettatori; ammisero apertamente che Dio era in mezzo a loro. Bisogna ricordare che nel servizio di guarigioni che seguì, fu manifesta un'ondata di gloria la quale mai sarà dimenticata da coloro i quali furono presenti. Molti miracoli di guarigione ebbero luogo quella sera mentre una moltitudine di persone fu ministrata nella fila di preghiera.
Ma, chi era questo piccolo uomo che parlò con tali parole di autorità e il cui ministerio era stato confermato tramite una tale particolare dimostrazione di potenza divina? Il suo nome era William Branham, di Jeffersonville, Indiana, e il suo ministerio dovette avere sempre più ampiamente eco fino a che, al tempo di questo scritto, l'effetto di esso ha raggiunto tutto il mondo. Molti nella città di Portland quella sera glorificarono Dio, poiché conobbero che egli aveva ancora visitato il Suo popolo. Anche molti ministri si resero conto che Dio era giunto in mezzo a loro in una potenza speciale. Essi credettero che quello a cui erano stati testimoni fu un simbolo delle cose più grandi che Dio Si stava preparando a fare per il Suo popolo. Alcuni, veramente, ebbero il loro ministerio rivoluzionato. Tra questi ci fu un giovane predicatore la cui moglie era stata testimone dell'audace sfida dell'uomo posseduto dal diavolo. Ella persuase suo marito a partecipare la sera seguente. Mentre egli sedeva e osservava aprire le orecchie di un piccolo bambino sordomuto tanto che riuscì a udire e a ripetere le parole, Dio gli parlò e disse: "Questa è l'opera alla quale Io ti ho anche chiamato a fare". Il giorno seguente, egli si rivolse ai responsabili della sua chiesa in merito ad alcuni membri della sua assemblea e si chiuse nella sua stanza, determinato a rimanere lì fino a che non era sicuro che la volontà di Dio gli fosse stata rivelata. Da un periodo di serio investigamento dell'anima, nacque un ministerio che era destinato ad avere come risultato la salvezza di migliaia di anime ed a essere destinato a essere accompagnato da moltitudini di segni, prodigi e miracoli. Questo giovane uomo era l'evangelista T. L. Osborn.
Piuttosto stranamente, mentre la campagna si concludeva, noi venimmo alla conoscenza che alcuni dubitarono. Perché Dio aveva scelto un uomo di una tale modesta origine, che aveva una tale limitata conoscenza della sapienza di questo mondo? Né riuscirono essi a comprendere il principio di cui Paolo parlò in I Corinzi 1:26-29, dove egli disse: "Perciocché, fratelli, vedete la vostra vocazione; che non siate molti savi secondo la carne, non molto potenti, non molto nobili. Anzi Iddio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare le savie; e Iddio ha scelto le cose deboli del mondo, per svergognare le forti; e Iddio ha scelto le cose ignobili del mondo, e le cose spregevoli, e le cose che non sono, per ridurre al niente quelle che sono, acciocché niuna carne si glori nel cospetto suo". Ma, di gran lunga, la maggioranza credette e si rallegrò. Sebbene fosse fisicamente impossibile per l'evangelista aiutare, se non altro nella maniera più breve, le migliaia di corpi tormentati dalla malattia che cercavano la guarigione, tuttavia fu notevole il numero di meravigliose testimonianze che vennero fuori da quell'incontro. E se coloro che permisero ai dubbi di entrare nelle loro menti non trassero profitto fino al punto che gli altri lo fecero dall'incontro, i molti che credettero a questo giorno indicarono questa breve campagna nella città di Portland come un'ora di visitazione che non sarà mai dimenticata.
Ma, forse è tempo per noi di informare ulteriormente in merito a chi è quest'uomo, William Branham. Da dove egli viene? Quale fu il motivo della sua visitazione speciale da parte di Dio e il suo mandato di guarire i malati? Alla risposta di queste domande noi rivolgiamo l'attenzione del lettore.