lunedì 3 dicembre 2007

Capitolo 3

Stento e povertà nella casa Branham

È sembrato spesso nella provvidenza di Dio che i Suoi vasi eletti siano stati predestinati a vivere la prima parte della loro vita in circostanze di stento e, in qualche caso, di estrema povertà. Qualche volta, è stato permesso loro di assaporare profondamente il calice della sofferenza. Nessuno sa come si sente un altro nella pena e nell'afflizione a meno che egli stesso non ha attraversato delle prove simili. Raramente, coloro i quali hanno ricevuto un'insolita chiamata da Dio sono stati educati in case ricche o sono venuti da famiglie aristocratiche. Il Salvatore stesso fu messo in una culla in una mangiatoia. All'ottavo giorno, nel momento in cui Egli fu circonciso, la famiglia poté offrire per il sacrificio semplicemente tortore e piccioni, che dovevano essere offerti solamente se i genitori erano troppo poveri per offrire un agnello (Levitico 12:8). Dei critici, durante il ministerio di Cristo, lo interrogarono in merito alla autorità del Suo precursore, Giovanni il Battista, perché egli apparve in simili rudi vesti e perché il suo predicare era rozzo, privo di raffinatezza e dello stile delle scuole ecclesiastiche d'istruzione del suo tempo. Ma, Gesù disse di Giovanni che nessuno nato da donna era maggiore di lui ed egli chiese ai critici in modo piuttosto arguto: "Ma, cosa andaste a vedere? Un uomo vestito in morbidi vestimenti? Osservate che coloro che indossano morbidi vestiti stanno nelle dimore da re". In altre parole, il Signore stava mostrando loro che essi non avrebbero dovuto aspettarsi che profeti della statura di Giovanni sorgessero da un ambiente in cui erano stati viziati e riparati dalle pressioni della vita. L'umiltà e la fermezza del carattere si sviluppano meglio in una vita rude che viene dallo stento e, qualche volta, dalla sofferenza e dalla povertà. Ma, adesso, dobbiamo lasciar raccontare al fratello Branham qualcosa della sua casa, i giorni della sua infanzia e la lotta di suo padre contro la povertà.

* * *

Io ero una specie di garzone di papà. Quando vedevo questi grandi muscoli mentre arrotolava la sua manica, io dicevo: "Oh! Papà arriverà a cento anni". Mio padre aveva grandi muscoli per il rotolare ceppi nei boschi. Mi sembrava che egli non potesse mai morire. Ma, egli aveva solo cinquantadue anni, un uomo dai capelli ricci e non ancora grigi quando il suo prezioso capo si posò sulla mia spalla e Dio lo portò a casa.
Ho visto venire papà dai boschi così scottato dal sole che mamma doveva prendere le forbici e tagliare la sua camicia per staccarla dal suo dorso. Egli lavorava duramente per settantacinque centesimi al giorno per procurarci di che vivere. Io amavo mio padre anche se egli beveva. Qualche volta, mi dava una frustata, ma io mai ne ebbi una senza che ne avessi bisogno di un'altra. Egli usava tenere i Dieci Comandamenti sulla parete, con una grande frusta fatta di noce d'America su di essi. Io buscavo la mia lezione fuori nel capannone di legno quando mi comportavo male. Ma, io amavo il mio papà. Anni più tardi, egli diede il suo cuore a Cristo e si salvò, proprio alcune ore prima che morisse nelle mie braccia.


POVERTÀ NELLA CASA

Mi ricordo come papà doveva lavorare per pagare i conti. Non è una vergogna essere povero. Ma, è difficile a volte. Mi ricordo che non avevo abiti adatti per la scuola. Io andai per un intero anno senza persino la camicia da indossare. C'era una donna ricca vicino che mi diede un cappotto con un emblema di marinaio sul braccio. Io dovevo abbottonare il colletto e faceva così caldo. L'insegnante mi disse: "William". Io dissi: "Si, signora". "Bene, non ti togli quel cappotto?". Ma, io non potevo; non avevo nessuna camicia addosso. Così, io raccontai una bugia e dissi: "Ho freddo". Ella disse: "Va bene, siediti lì vicino alla stufa". Ed io mi sedetti lì mentre il sudore scorreva su di me. Poi, ella disse: "Non ti sei ancora riscaldato?". Dovetti dire: "No, signora".
Bene, fu molto duro andare avanti. Le dita dei piedi si ficcavano attraverso le mie scarpe come teste di tartaruga. Poi, un po' più avanti, io ebbi una camicia.
Vi racconterò che specie di camicia era. Era un vestito da ragazza che apparteneva originariamente a mia cugina e aveva molti riccioli di stoffa su di essa. Io tagliai la parte dell'orlo e dopo la indossai, e dovevate vedermi andare a scuola impettito. Allora, i bambini cominciarono a deridermi ed io dissi: "Per che cosa mi state prendendo in giro?". Essi dissero: "Tu hai addosso un abito da ragazza". Io dovetti mentire ancora. Dissi: "No, non c'è l'ho; questo è il mio abito da indiano". Ma, essi non mi credettero e andai via piangendo.
C'era un ragazzo che viveva vicino a noi che vendeva quelle piccole riviste "PATHFINDER". Nel fare questo, gli fu dato in premio un abito da boy-scout. Oh, quanto mi piaceva quell'abito. Era tempo di guerra allora e tutti quelli che erano grandi abbastanza in quei giorni erano in uniforme. Ho sempre desiderato essere un soldato. Io ero troppo piccolo allora. Anche in quest'ultima guerra, io non ero grande abbastanza per andarci. Ho quattro fratelli che ci andarono. Ma, Dio mi ha dato in ogni modo un'uniforme (l'armatura di Dio) così io son potuto uscire e combattere contro le malattie e le infermità che stanno attaccando le persone.
Ma, quanto desideravo quell'abito da scout, con il suo cappello e i gambali. Io dissi: "Lloyd, quando quell'abito si logora, lo darai a me?". Egli disse: "Si, lo darò a te, Billy". Ma, oh, quell'abito durò più a lungo di qualsiasi cosa che io abbia mai visto. Mi sembrò che egli non consumasse mai quella cosa. Poi, ne notai l'assenza per un po' di tempo e così andai da lui e dissi: "Lloyd cosa ne hai fatto di quell'abito da boy-scout?". Egli disse: "Billy, guarderò in giro a casa e vedrò se riesco a trovarlo". Ma, quando lo trovò, egli scoprì che sua madre lo aveva tagliato per fare delle toppe per dei vestiti di suo padre. Egli venne da me e disse: "Sono riuscito a trovare solo un gambale". Io dissi: "Dammelo". Così, lo portai a casa e lo indossai. C'era una cordicella tirata su di esso e io la fermai e pensai di essere un vero soldato. Desideravo indossarlo a scuola e non sapevo proprio come farlo. Così, finsi che una delle mie gambe era ferita e misi sù quel gambale come se io stessi proteggendo la mia gamba lesa. Ma, a scuola, l'insegnante mi mandò alla lavagna. Io cercai di nascondere la mia gamba che non aveva un gambale e tutti i bambini cominciarono a burlarsi di me. Io cominciai a piangere e l'insegnante mi fece andare a casa.
Mi ricordo quando, due volte al mese, uscivamo nel vecchio carro per pagare il conto della drogheria. Il droghiere ci dava qualche stecca di dolciume. Tutti noi bambini seduti sulle coperte là fuori, guardavamo quel dolciume quando papà lo portava fuori e ogni piccolo occhio blu avrebbe voluto guardare da vicino per vedere se ognuna di queste stecche era divisa esattamente uguale, affinché ognuno avesse la giusta quantità. Io potrei uscire questo pomeriggio e prendere un'intera scatola di cioccolatini al latte, ma non sarebbe mai come gustare quel dolciume. Quello era un vero dolciume. Qualche volta, ne succhiavo un pezzo, poi lo avvolgevo in una carta e lo mettevo nella mia tasca. Aspettavo fino a quasi lunedì e poi lo succhiavo di nuovo un po'. In quel momento, i miei fratelli avevano ormai mangiato il loro dolciume e desideravano succhiare anche il mio. Qualche volta, facevo un affare con loro e glielo lasciavo leccare un paio di volte se promettevano di aiutarmi nei lavori domestici.